Creano un vero e proprio stile esplosivo che caratterizza tutta la generazione artistica romana di fine millennio. Non c’è autore che non si sia stato influenzato dal loro stile fumettistico, spettacolare e con un occhio aI B-movie della tradizione italiana. L’esordio alla regia avviene nel 1994 con uno dei dieci episodi di De Generazione, film ironico di genere horror–grottesco. Nel 1997 dirigono Torino boys un film TV per Rai Cinema, etnico-drammatico incentrato sulla vita della comunità nigeriana in Italia. Si narra della trasferta nel Principato di Monaco di tre tifosi della Roma di origine africana; la colonna sonora sfrutta tutta la conoscenza dei due registi col “gotha” della scena rap e hip hop capitolina. Nello stesso anno vengono inoltre prodotti una serie di mini episodi scaricabili dalla rete (scum – The web series) che dimostrano la loro grande vitalità artistica.
Il cinema però torna presto nei loro piani e nel 2000 debuttano anche come co-sceneggiatori nel film “romanissimo” Il segreto del giaguaro, che richiama la tradizione del cinema nostrano degli anni Settanta. Ma soprattutto tornano alla regia con Zora la vampira, progetto molto interessante, prodotto e interpretato tra gli altri da Carlo Verdone, nel quale gli autori mettono in scena un personaggio di una serie a fumetti, riadattandola completamente. Anche in quest’opera si vede la grande attualità ed il grande coraggio degli autori che non si fanno intimorire dal mettere in scena un fantastico conte Dracula.
Il vampiro della Transilvania dopo la visione di “Carramba che sorpresa!” decide di trasferirsi nel nostro Paese. Evidentemente è pronto a nutrirsi del sangue italico, ma finisce per essere invischiato nelle problematiche della nostra società, condividendo la mala sorte di molti extracomunitari nel nostro Paese. Dopo un ulteriore intermezzo dedicato alla realizzazione di più di cento videoclip e la lavorazione di un’altra serie di cortometraggi per il programma “Stracult”, il ritorno al cinema arriva con il thriller Piano 17 del 2006.
Malgrado il budget limitatissimo, i Manetti Bros dimostrano ancora una volta la loro grande abilità nel riproporre ed attualizzare il cinema di genere, girando quasi unicamente in un ascensore, ed includendo nella lavorazione quasi tutto il cast della fiction L’ispettore Coliandro. Si avvalgono inoltre della loro fitta serie di relazioni arricchendo la pellicola con deliziosi camei. La sopraccitata serie, iniziata lo stesso anno e basata sul personaggio ideato da Carlo Lucarelli, diventa uno dei megafoni per la definitiva consacrazione al grande pubblico dei due Manetti, tanto che quando nel 2010 la RAI minaccia di sospenderla per problemi economici, un vero e proprio moto popolare si è levato sui social e su Facebook, impendendone la cancellazione. La serie intanto è arrivata oggi alla sua ottava stagione; le riprese sono iniziate come sempre a Bologna lo scorso agosto 2020. Sempre nel 2006, i due instancabili fratelli dirigono anche tre episodi della serie Crimini. Come dimenticare poi il loro doppio omaggio a Napoli, come Song’e Napule nel 2014 e Ammore e malavita nel 2017, quest’ultimo riuscirà ad aggiudicarsi il David di Donatello come Miglior Film nel 2018. Dopo questi progetti i fratelli si dedicano ad una trasposizione cinematografica di Diabolik, la cui uscita è stata rimandata a causa della Pandemia da Covid-19.