SINOSSI
Una mattina del marzo 1937 a Palermo un uomo commette tre delitti. Freddamente uccide il superiore che lo ha licenziato, il sostituto e per finire sua moglie. Si fa trovare a casa e si farebbe tranquillamente condannare a morte, siamo in pieno fascismo, se non fosse che il giudice Vito Di Francesco decide di scavare a fondo nella vicenda per trovare attenuanti. Tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, il film è un lucido resoconto sul potere, sulla giustizia e sulla passione.
Il titolo del film riprende quello del libro a cui il film è ispirato, e in una scena del film si comprende chiaramente il significato dell’espressione, quando si fa riferimento alla propaganda fascista. Secondo quest’ultima, la pena di morte sarebbe stata un deterrente sufficiente a garantire agli italiani di poter vivere con le “porte aperte” anche di notte. Una tesi che viene messa in dubbio dal protagonista del film in una discussione con un collega. Il film è stato presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al 43º Festival di Cannes e vanta una superba interpretazione di Volonté e dell’emergente Fantastichini.
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